Il 25 novembre si celebra nel mondo l’International Day for the Elimination of Violence against Women – Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne –, una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che in questa data invita i governi, le organizzazioni internazionali e le ONG a organizzare attività volte a sensibilizzare l’opinione pubblica su una delle più devastanti violazioni dei diritti umani. Per almeno 51.100 donne nel 2023, nel mondo, il ciclo della violenza di genere si è concluso con un atto finale e brutale: ogni 10 minuti nel 2023, un partner o un familiare ha ucciso una donna intenzionalmente.
I numeri della violenza contro le donne: omicidi, violenze fisiche e sessuali
Nel mondo la violenza contro le donne interessa 1 donna su 3
In Italia i dati Istat mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici.
I dati del Report del Servizio analisi criminale della Direzione Centrale Polizia Criminale aggiornato al 18 novembre 2024 evidenzia che:
nel periodo gennaio – 18 novembre 2024, sono stati registrati 269 omicidi, con 98 vittime donne; rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, il numero degli eventi è in diminuzione, da 305 a 269 (-12%), come pure è in calo il numero delle vittime di genere femminile, che da 108 a 98 (-9%).
le donne uccise in ambito familiare /affettivo sono state 84, (-6%) in calo rispetto allo stesso periodo 2023 in cui se ne rilevano 89; di queste, 51 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner (--12% rispetto allo stesso periodo del 2023 in cui le vittime furono 58).
Violenza e accessi in Pronto soccorso
I dati relativi all'anno 2023 dell'analisi Istat -Sistema EMUR-PS - Ministero della salute, evidenziano che:
Nel 2023, sono stati 16.947 gli accessi delle donne in Pronto Soccorso (PS) con indicazione di violenza rispetto al dato registrato nel 2022 pari a 14.448 accessi (+17,3%). La quota di accessi in PS con indicazione di violenza per 10 mila accessi totali nel 2023 è pari a 18,4, valore sostanzialmente stabile dal 2020, ma significativamente più elevato degli anni pre-pandemia. Nel 2023, si sono registrati 5,6 accessi in PS di donne con indicazione di violenza per 10.000 residenti. Le giovani donne di 18-34 anni sono state le più colpite (10,7 per 10.000), seguite dalle donne adulte di 35-49 anni (9,1 per 10.000).
Fonte: Istat- Ministero Salute (Sistema informativo per il monitoraggio dell’assistenza in Emergenza-Urgenza- EMUR-PS)
Secondo i risultati dell'indagine conoscitiva sull’attuazione del percorso di assistenza sociosanitaria, all’interno dei pronto soccorso, per le donne vittime di violenza promossa dal Ministero della Salute nel periodo giugno-settembre 2023, in Italia circa l’80% delle strutture sanitarie dotate di Pronto Soccorso hanno attivato il "Percorso per le donne che subiscono violenza". Il percorso protetto garantisce cura, sicurezza e orientamento ai servizi antiviolenza per le donne e per i figli minorenni. Si stima che il 19% delle vittime che inizia un percorso di uscita dalla violenza lo fa al momento dell’accesso al Pronto Soccorso.
Violenza e ricoveri delle donne in ospedale: i dati SDO
L’analisi Istat sui dati relativi ai ricoveri ospedalieri in regime ordinario rilevati con il flusso della Scheda di dimissione ospedaliera (SDO), evidenzia che:
Nel 2023, si sono registrati 1.370 i ricoveri in ospedale in regime ordinario delle donne con indicazione di violenza, in aumento rispetto al dato registrato nel 2022 pari a 1.196 ricoveri (+14,5%). I valori rimangono inferiori a quelli registrati prima della pandemia da Covid-19 (1.487 nel 2019).
L’incremento rispetto al 2022 dei ricoveri femminili con indicazione di violenza è maggiore rispetto all’aumento dei ricoveri ordinari totali (+3,3%), anch’essi più bassi rispetto ai valori pre-pandemia.
La quota di ricoveri ordinari con indicazione di violenza per 10 mila ricoveri ordinari totali nel 2023 è pari a 4,8, in aumento rispetto al 4,4 per 10.000 registrato nel 2022 ed in linea con i valori degli anni pre-pandemia.
Nel 2023, si sono registrati 0,43 ricoveri ordinari di donne con indicazione di violenza per 10.000 donne residenti.
Le minorenni fanno registrare il tasso più elevato pari a 0,78 ricoveri per 10.000 residenti, seguite dalle donne adulte di 18-34 anni (0,74 per 10.000).
L’incidenza dei ricoveri ordinari delle donne straniere è sei volte più elevata rispetto a quella delle donne italiane: 21,8 ricoveri con indicazione di violenza per 10.000 contro 3,7.
Per le donne di età inferiore a 18 anni, le diagnosi che vengono riportate più frequentemente nei ricoveri ordinari con diagnosi di violenza sono relative a maltrattamento del bambino, abuso sessuale su minore, abuso di minore non specificato, osservazione per sospetto di abuso e trascuratezza.
Per le donne di età maggiore o uguale a 18 anni le diagnosi che vengono riportate più frequentemente nei ricoveri ordinari con indicazione di violenza sono relative al maltrattamento di adulto non specificato, osservazione successiva ad asserita violenza carnale o seduzione, abuso sessuale di adulto e anamnesi personale di trauma psichico da violenza fisica. Fonte - Analisi Istat su dati SDO (periodo analizzato 2017-2023)
Le chiamate al numero di pubblica utilità 1522
I dati Istat relativi alle chiamate al numero 1522 Antiviolenza e Antistalking nei primi due trimestri 2024 evidenziano che il numero delle chiamate vede un incremento dell’83,5% delle chiamate valide (17.880 in termini di valori assoluti), Tale incremento si conferma anche nel secondo trimestre, anche se di minore intensità, con il 57,4% pari a 15.109 chiamate valide.
In continuità con il 2023 e in aumento rispetto ai due trimestri di riferimento il tipo di violenza subita per circa la metà delle vittime è quella fisica (39,8% nel primo trimestre e 42,9% nel secondo), seguita da quella psicologica (rispettivamente 37,9% e 36,7%) Considerando inoltre i casi di vittime che hanno subito due o più tipi di violenze è la violenza psicologica ad essere subita in forma rilevante:
Osservando il totale delle violenze subite, oltre alle violenze fisiche e psicologiche sono le minacce e gli atti persecutori a costituire le forme maggiormente diffuse, che conferma il ruolo di contrasto svolto dal servizio nei confronti dello stalking. Di rilievo anche le chiamate per violenza economica.
La violenza riportata al 1522 è preminentemente di tipo domestico: nei tre trimestri del 2023 il (74,3%) dei rispondenti dichiara che il luogo della violenza è la propria casa. Questo spiega l’elevata percentuale dei casi di violenza assistita. La percentuale di vittime che dichiara che i propri figli hanno assistito e subito la violenza è del 18,9%, mentre nel 32,3% di casi i figli la hanno solo assistita.
I tre quarti delle vittime che si rivolgono al servizio non denuncia a violenza subita alle autorità competenti (il 70,9%) e i motivi della mancata denuncia si devono principalmente alla paura e alla paura della reazione del partner violento (28,2%)
I servizi del sistema sanitario nazionale italiano
La prevenzione e il contrasto dei fenomeni di violenza e abuso costituiscono una priorità per il Ministero della salute. Di seguito si riportano gli strumenti a disposizione del SSN, le attività e i progetti finanziati nell’ambito del CCM.
Le Linee Guida
In Italia il Servizio Sanitario Nazionale garantisce alle donne, alle coppie e alle famiglie, le prestazioni e i servizi finalizzati alla prevenzione, all’individuazione precoce e all’assistenza nei casi di violenza di genere e sessuale. In particolare per la tempestiva e adeguata presa in carico delle donne vittime di violenza che si rivolgono al Pronto Soccorso sono state adottate le specifiche Linee Guida nazionali per le Aziende sanitarie e le Aziende ospedaliere in tema di soccorso e assistenza socio-sanitaria alle donne vittime di violenza. Poiché spesso, però, la violenza rimane nascosta, al fine di individuarne il più rapidamente possibile i segni è importante rafforzare le competenze degli operatori sociosanitari che entrano in contatto con le vittime, mediante specifici programmi di formazione.
La formazione degli operatori sociosanitari
Il Ministero della Salute riconosce come cruciale la formazione del personale sanitario e socio-sanitario per la prevenzione della violenza (art. 15 della Convenzione di Istanbul) ed ha finanziato dal 2014, nell’ambito del CCM, due progetti (2014-2019) con l'Istituto Superiore di Sanità (ISS) per la formazione degli operatori sociosanitari dei Pronto Soccorso (PS) italiani, raggiungendo circa 18.000 persone e oltre il 96% dei PS del territorio nazionale.
Proprio a conclusione di questo percorso decennale, l’8 maggio 2024 si è tenuto presso l’Aula Pocchiari dell’ISS l’Evento conclusivo del Progetto IPAZIA CCM 2021 “Strategie di prevenzione della violenza contro le donne e i minori, attraverso la formazione di operatrici e operatori di area sanitaria e socio-sanitaria con particolare riguardo agli effetti del COVID-19” #IpaziaCCM2021, finanziato nell’ambito del CCM, tramite l’accordo tra il Ministero della Salute e la Regione Toscana, capofila di progetto. I partner: ISS, INMP e altre 5 regioni in rappresentanza del nord, centro e sud del Paese.
Il progetto, ha voluto estendere la formazione dal Pronto soccorso ad operatrici e operatori della rete di assistenza sanitaria territoriale, mediante la sperimentazione di un modello formativo, articolato in un percorso di base (corso FAD) rivolto a operatrici e operatori dei servizi sanitari e socio-sanitari territoriali e in un percorso specifico per la “formazione di formatori”, individuati dalle singole Asl partecipanti e raggiungendo nei territori del progetto ulteriori 2.500 professionisti e non, attivi nel contrasto alla violenza contro donne e minori.
Il Progetto CCM sugli effetti a lungo termine della violenza contro le donne.
Il 26 gennaio 2024 ha preso avvio il progetto “Violenza sulle donne: effetti a lungo termine sulla salute per una prevenzione di precisione”, finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito delle Azioni Centrali del CCM 2023. Ente capofila è l’Istituto Superiore di Sanità e come partner di progetto: la Regione Puglia, la Regione Lombardia, la Regione Liguria, la Regione Lazio, e la Regione Campania.
Il progetto parte dal presupposto che così come l’ambiente può influenzare l’espressione genica attraverso modifiche durature dei meccanismi di regolazione del DNA (epigenetica), così anche la violenza inneschi dei cambiamenti epigenetici a livello del DNA.
Per evitare le conseguenze a lungo termine della violenza (che accelera l’invecchiamento e può innescare processi molecolari di insorgenza precoce di patologie croniche e invalidanti) lo studio si prefigge di predisporre strumenti per la definizione di nuove strategie e modelli per la presa in carico di donne che hanno subito violenza e creazione di un modello territoriale che garantisca la presa in carico delle donne e dei minori nel lungo periodo, basata sulla medicina di precisione. Implementazione del Servizio Sanitario Nazionale e Territoriale indirizzato al contrasto della violenza sulle donne e sui minori. Implementazione dei servizi sanitari e sociali indirizzati alle vittime di violenza.
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